Indice
- Importanza della gestione del colostro suino
- Assunzione e immunità del colostro
- Condizioni ottimali per la produzione di colostro nella scrofa
- Come garantire un adeguato apporto di colostro
- Colostro e trasferimento dell'immunità
- Protezione dei suinetti dagli agenti patogeni comuni
- Condizionamenti in sala parto per l'immunizzazione passiva
Introduzione
Le cause principali per cui i suinetti muoiono sono le malattie da raffreddamento, lo schiacciamento e quelle infettive. L'assunzione di colostro ha un impatto significativo in tutti questi casi.
Pertanto, la gestione del colostro è probabilmente il fattore più importante che gli allevatori possono migliorare per ridurre la mortalità dei suinetti. Questo articolo aiuterà ad affrontare la maggior parte delle criticità relative al colostro e al trasferimento passivo dell'immunità nei suinetti.
Mentre i suinetti si spostano dall'ambiente sicuro del grembo materno verso il mondo esterno più pericoloso, devono affrontare molte sfide che possono rivelarsi mortali. Per prima cosa, sono nati con riserve di energia minime e devono avere a disposizione il loro primo pasto il più velocemente possibile! Il loro corpo, appena nati, perde calore velocemente, quindi, se non arrivano al capezzolo, la loro temperatura interna presto scenderà, rendendoli intorpiditi, lenti e distaccati dal loro ambiente. Hanno anche bisogno di competere contro i loro coetanei per il loro posto al capezzolo e al calore della scrofa. Nell'allevamento suino moderno, è comune che ci siano più suinetti che capezzoli.
A peggiorare le cose, i suinetti nascono senza immunità, suscettibili a diversi virus, batteri e parassiti. Infatti, molti microrganismi che non avrebbero nessuna probabilità contro un sistema immunitario normale, possono essere devastanti in pochi giorni, se non ore, nel suinetto neonato.
Poiché i suinetti si indeboliscono a causa del raffreddamento, della mancanza di energia e delle malattie, corrono un rischio maggiore di schiacciamento da parte della scrofa. Lo schiacciamento è una delle principali cause di morte nei suinetti e, contrariamente a quanto affermato in passato, la capacità materna ha poco a che fare con questo, i suinetti vengono schiacciati perché reagiscono lentamente e semplicemente non riescono a togliersi di mezzo in tempo.
Per fortuna, c'è un modo semplice e naturale per i suinetti di affrontare i pericoli delle loro ore "neonatali": il colostro, il "primo latte", che è ricco di energia e anticorpi.
Perché i suinetti nascono senza immunità? Non pare un difetto di progettazione significativo? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo capire un po' di più sul sistema immunitario.
Possiamo dividere il sistema immunitario in tre sottosistemi: immunità innata, immunità non specifica e immunità specifica.
L'immunità innata dei suinetti
Non è assolutamente vero che i suinetti nascono totalmente indifesi. La pelle crea una barriera che impedisce agli agenti patogeni di attaccare i tessuti sottostanti. Le mucose producono muco che intrappola i batteri, le ciglia nella trachea liberano le vie aeree da detriti e microrganismi e il pH acido nello stomaco serve anche come barriera. Insieme, tutti questi meccanismi di protezione, sono chiamati "immunità innata".
L'immunità non specifica dei suinetti
Il sistema immunitario, in condizioni ottimali ha diversi sistemi, che possono attaccare gli invasori e inattivare il loro meccanismo di patogenicità. Cellule come i macrofagi possono eliminare particelle strane o sospette. Per aiutarli nel loro compito, ci sono proteine a forma di Y (tipo G, immunoglobuline A o anticorpi IgG e A) che si attaccano agli invasori e segnalano ai macrofagi che un invasore è presente. Alcune di queste immunoglobuline possono raggrupparsi intorno agli agenti patogeni e inattivarli, queste sono chiamate 'agglutinine'.
I suinetti nascono con una quantità piuttosto significativa di queste difese. Tuttavia, gli agenti patogeni più importanti hanno sviluppato modi sofisticati per evitare questi meccanismi di immunità.
L'immunità specifica dei suinetti
Per combattere gli agenti patogeni più pericolosi, gli animali hanno sviluppato meccanismi incredibilmente complessi per riconoscere e distruggere gli invasori. I linfociti, ad esempio, sono cellule in grado di riconoscere i batteri nocivi e di indurli all'autodistruzione. Altri linfociti sfruttano la forza del sistema immunitario e la dirigono verso un invasore specifico (cellule T). Altri (cellule B) producono anticorpi che riconoscono proteine specifiche (antigeni) nelle pareti cellulari degli agenti patogeni. Questi anticorpi IgG e IgM sono molto potenti.
Possono attivare le proteine che possono ledere le pareti cellulari dei batteri nocivi, possono segnalare alle cellule malate di autodistruggersi quando esprimono proteine virali o cancerose. Infine, un tipo di linfocita B (cellule della memoria), è in grado di ricordare i patogeni precedenti e dar luogo a una risposta di difesa molto più velocemente.
Gli animali non possono sopravvivere senza un'immunità specifica e i suinetti nascono senza di essa! Il motivo è che, affinché l'immunità specifica funzioni, deve prima essere esposta agli agenti patogeni. Purtroppo, l'immunità del suinetto è troppo immatura per dar origine a una risposta adeguata.
Cos'è il trasferimento di immunità passiva?
Poiché i suinetti sono esposti agli agenti patogeni, iniziano lentamente a creare una risposta; questa è chiamata 'immunità attiva'. Tuttavia, morirebbero prima di essere in grado di combattere la malattia; quindi, in qualche modo, devono acquisire l'immunità da un'altra fonte. Poiché non producono questa immunità, questa si chiama 'passiva'.
Qui entra in gioco il colostro. Il 'primo latte' è ricco di anticorpi IgG e IgM che permettono ai suinetti di respingere la maggior parte degli attacchi fino a quando non sono in grado di costruire la propria risposta. Inoltre, il colostro contiene gli anticorpi della scrofa, quindi questi sono specifici per gli agenti patogeni che circolano in quell’allevamento. Questo è il motivo per cui non esiste un difetto di progettazione nei mammiferi; anche se avessero un sistema immunitario maturo nell'utero, i suinetti non sarebbero in grado di produrre anticorpi per gli agenti patogeni che affronteranno nel mondo esterno. Sfruttando gli anticorpi specifici dalla loro madre, hanno una possibilità di vita. Il colostro contiene non solo anticorpi, ma anche cellule immunitarie e altri fattori, importanti per i meccanismi di difesa dei suinetti appena nati.
La placenta dei suini
Perché non trasferire gli anticorpi materni dall'interno dell'utero? Beh, se i suinetti prima della nascita fossero in contatto diretto con la scrofa, il suo sistema immunitario attaccherebbe i tessuti non riconosciuti (dopo tutto, sono per metà estranei). Pertanto, c'è bisogno di una sorta di interfaccia che moduli l'interazione tra la scrofa e i suoi suinetti nell'utero: questa è la placenta.
I mammiferi hanno sviluppato diversi tipi di placenta. Alcuni sono meglio di altri nel mantenere i tessuti fetali separati dalla madre. Ad esempio, nel caso di primati e roditori, vi è un contatto significativo tra i tessuti materni e quelli fetali e vi è un trasferimento maggiore dell'immunità passiva già dall'interno dell'utero. Ma nel caso di vitelli, puledri e suinetti, la placenta è molto efficiente e non c'è praticamente alcun trasferimento di immunità passiva. Questo è il motivo per cui, in queste specie, l'assunzione di colostro è una questione di vita o di morte.
Quando, per qualsiasi ragione, il suinetto neonato non assume abbastanza colostro, non trarrà beneficio dagli anticorpi della madre, questo prende il nome di "fallimento di trasferimento dell'immunità passiva."
C'è una finestra limitata per l ‘opportunità di assunzione di colostro nei suinetti
Il rivestimento dell'intestino normalmente non permette alle grandi proteine complesse (quali gli anticorpi) di passare dall'intestino alla circolazione sanguigna. Tuttavia, durante le prime 20-40 ore di vita, l'intestino neonatale è permeabile agli anticorpi materni e alle cellule immunitarie, quindi i suinetti possono acquisire rapidamente immunità specifica.
Tuttavia, l'intestino può chiudersi già in 24 ore, dopo di che, non c'è effettivamente più trasferimento di immunità. Anche la composizione del colostro cambia e, dopo 20 ore dal parto, è chimicamente più vicino al latte.
Per produrre colostro di buona qualità in discrete quantità, le scrofe hanno bisogno di un'alimentazione adeguata, di acqua e della capacità di esprimere alcuni comportamenti cruciali.
Le scrofe che non si riprendono bene dal loro ultimo parto e raggiungono un nuovo ciclo con punteggi corporei bassi hanno probabilità di avere livelli di anticorpi più bassi, quindi il loro colostro sarà di qualità inferiore. La dieta della scrofa nella “nursery” è cruciale ed è da evitare la perdita significativa del peso durante l'allattamento. La disidratazione è un problema nei giorni precedenti al parto, poiché le scrofe diminuiscono l'assunzione sia di cibo che di acqua.
Con l'avvicinarsi del parto, gli allevatori più attenti possono rilevare i cambiamenti nella mammella, questo è il momento di spostare le scrofe nelle gabbie parto. Le ghiandole mammarie filtrano il plasma della scrofa e così gli anticorpi circolanti arrivano al colostro. Questo processo avviene intorno al giorno 105 di gravidanza (Farmer et al., 2006). In natura, le scrofe costruiscono i nidi man mano che il parto si avvicina. La nidificazione innesca una catena di eventi ormonali che alla fine portano alla discesa del colostro. Quando le scrofe partoriscono, c'è un importante rilascio di ossitocina che stimola la prolattina e quindi, il colostro salva-vita arriva alla mammella appena in tempo per i suinetti da allattare. Inoltre, l'allattamento rafforza il rilascio di colostro e la produzione di latte; questo è particolarmente importante nelle scrofette, che quindi dovrebbero ricevere un suinetto per ogni capezzolo disponibile.
Mentre il parto si avvicina, le scrofe tentano di costruire un nido. Questo comportamento rinforza diverse vie ormonali che portano a una migliore lattogenesi (produzione di latte).
Gabbie parto costrittive impediscono alla scrofa di esprimere il comportamento di nidificazione. Tuttavia, quanto questo influisca sulla qualità del colostro non è chiaro. Lo stress (in particolare lo stress da calore) può interferire con la catena ormonale degli eventi, che potrebbe portare a una scarsa produzione di colostro o a una prematura fuoriuscita di colostro. Malattie infettive come il virus della sindrome riproduttiva e respiratoria dei suini (PRRS) possono causare l'agalassia (scarsa o nessuna produzione di colostro), disastrosa per i suinetti.
Per riassumere, le scrofe hanno bisogno di un buon punteggio corporeo alla fine dell'allattamento, di un'alimentazione adeguata, di idratazione, della capacità di esprimere comportamenti di nidificazione e di un ambiente a basso stress per produrre quantità ottimali di colostro, con qualità ottimale.
In questa sezione, valuteremo alcune condizioni generali che devono essere soddisfatte per prevenire problemi nell'assunzione di colostro. È importante garantire un ambiente favorevole al trasferimento passivo dell'immunità prima di mettere in atto tecniche specifiche di gestione del colostro, come l'allattamento separato e il cross-fostering.
Il primo passo che ogni azienda deve compiere è assicurarsi che gli addetti alle sale parto siano consapevoli dell'importanza dell'assunzione di colostro. Questo è forse il fattore più importante per il successo della gestione del colostro.
Gli addetti dovrebbero essere in grado di identificare i suinetti a rischio di trasferimento passivo dell'immunità. Si tratta di:
- Suinetti di piccole dimensioni
- Suinetti più piccoli in nidiate numerose
- Gli orfani
- I suinetti con vitalità ridotta
L'elevata mortalità dei suinetti ha un impatto molto negativo sul morale degli addetti, quindi di solito per ridurla sono disponibili a fare tutto ciò che è in loro potere. Tuttavia, l'eccesso può anche essere controproducente. Ad esempio, il “cross fostering” da nidiata a nidiata, cercare di mungere scrofe, o passare una quantità eccessiva di tempo con pochi suinetti molto deboli, sono tutte condizioni che preludono al disastro. La migliore gestione del colostro sta nel centro: non troppo, non troppo poco. Gli addetti dovrebbero anche essere diligenti e contrassegnare i suinetti mentre bevono il colostro; semplici passaggi come questi consentono di risparmiare tempo e facilitano la gestione in uno dei momenti più impegnativi dell'intera catena produttiva.
Non ci dovrebbero essere cambiamenti dell'ultimo minuto nella zona parto e ogni singola attrezzatura necessaria durante il parto dovrebbe essere preparata in anticipo. Il parto è ad alta intensità di manodopera, quindi i responsabili dell’allevamento possono aiutare adottando un sistema di parti in serie; la sincronizzazione è un'altra opzione per raggiungere questo obiettivo.
Uno degli obiettivi principali di una corretta gestione del colostro è rendere i suini immuni agli agenti patogeni più significativi. Inducendo l'immunità nella scrofa, possiamo indirettamente conferire protezione ai suinetti al momento del trasferimento dell'immunità passiva.
Per raggiungere questo obiettivo, le scrofe vengono solitamente vaccinate diverse settimane prima del parto. Ogni azienda dovrebbe avere il proprio programma di vaccinazione, e questo è qualcosa che si dovrebbe discutere con il veterinario. Come procedura standard oggi, è richiesta la vaccinazione contro gli agenti patogeni della diarrea neonatale (ND) (complesso E.coli e C. perfringens C ,A). La vaccinazione è molto importante nella rimonta di scrofette provenienti da un'altra struttura. Poiché non sono state esposte agli agenti patogeni circolanti, non si deve presumere che i loro suinetti saranno protetti, anche se assumono abbastanza colostro.
Declerck et al. (2017) hanno studiato i fattori che influenzano l'assunzione di colostro. Hanno scoperto che l'assunzione per suinetto diminuisce in nidiate più grandi e con somministrazione di ossitocina per favorire il parto. I nati morti hanno anche un impatto negativo sull'assunzione di colostro. Al contrario, c'è un impatto positivo dato da un maggiore peso corporeo del suinetto e tempi più brevi tra la nascita e il primo allattamento. Nelle nidiate con differenze di peso corporeo pronunciate tra suinetti, vi è una maggiore probabilità che i piccoli non assumano un colostro sufficiente.
Questi sono alcuni degli agenti patogeni più comuni dei suinetti, che possono essere ridotti attraverso la gestione del colostro.
Escherichia coli
E. coli è la causa più comune di decimazione nei suinetti. La malattia può iniziare nel primo giorno di vita e di solito produce una diarrea acquosa che porta rapidamente alla disidratazione. E. coli è un opportunistico, quindi è molto facile migliorare i risultati con una corretta gestione del colostro. E.coli che causa la diarrea neonatale (ND) contiene adesine specifiche (solitamente F4, F5 e F6) caratteristiche per i ceppi e ND.
Rotavirus e coronavirus
Queste diarree virali dei suinetti compaiono durante la prima settimana. Questi sono agenti patogeni molto comuni quasi impossibili da sradicare. Di solito, le scrofe hanno buone difese contro questi virus, quindi la malattia è lieve e la mortalità è bassa quando c'è una corretta gestione del colostro. L'eccezione è la gastroenterite trasmissibile (TGE), una malattia da coronavirus del suino che può causare fino al 100% di mortalità in gruppi naive.
Clostridi
I clostridi sono batteri in grado di produrre alcune delle sostanze più tossiche al mondo. Questi agenti patogeni sono opportunistici e sono caratteristici normali del microbioma dell'intestino e del terreno. Tuttavia, quando l'ecosistema intestinale è alterato, Il Clostridio diventa molto pericoloso e può uccidere rapidamente un gran numero di suini.
Questi agenti patogeni colpiscono i suinetti in prossimità dello svezzamento o dell'introduzione di mangimi supplementari.
Attraverso la vaccinazione della scrofa e la gestione del colostro, i casi di Clostridiosi (C. perfringens tipo C) possono diventare piuttosto rari. D'altronde uno degli agenti patogeni più frequenti e prevalenti, che causa diarrea durante i primi giorni di vita, è il C. perfringens tipo A che produce tossina Alfa e Beta2 (riferimento).
Coccidi
I coccidi sono parassiti monocellulari che invadono e distruggono la parete intestinale. I suinetti infetti spargono oocisti molto resistenti nell'ambiente. Non esiste un vaccino commerciale contro i coccidi, quindi non possiamo fare affidamento solo sul colostro. Se i coccidi circolano nell’allevamento, allora la scrofa avrà un po' di immunità. Tuttavia, a causa dell'impatto della coccidiosi sulla produzione suina, è meglio adottare misure profilattiche contro questa malattia negli allevamenti positivi.
Virus della PRRS
La PRRS può colpire i suini in due modi diversi. Nelle scrofe, provoca aborti, riduce la vitalità dei suini e può causare l'agalassia. Come già discusso, il PRRS può creare grosse problematiche in sala parto, motivo per cui anche la vaccinazione, la biosicurezza e i programmi all-in/all-out svolgono un ruolo nella riduzione della mortalità dei suinetti.
Nei suinetti, la PRRS si manifesta come una malattia respiratoria. Questo virus può infettare i suinetti prima che nascano, quindi la malattia può manifestarsi fin dalle prime ore di vita.
Salmonella enterica
La salmonellosi è causa di un'importante diarrea dei suinetti che colpisce i suinetti leggermente più adulti, di solito dopo la seconda settimana. Tuttavia, i suinetti con insufficienza di trasferimento dell'immunità passiva hanno molte più probabilità di sviluppare questa malattia.
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Quando arriva finalmente il parto, ci sono tre azioni principali che si possono intraprendere per garantire che il maggior numero di suinetti riceva abbastanza colostro.
Pareggiamento delle nidiate
Avere più suinetti che capezzoli è un problema comune nel moderno allevamento suino. Per evitare che i maiali più deboli della nidiata muoiano a causa della mancanza di colostro, sono state sviluppate diverse tecniche di pareggiamento della nidiata.
È importante pareggiare le nidiate entro le prime 48 ore, dopo di che, non c'è molta possibilità che si abbiano benefici con il trasferimento dell'immunità passiva.
Il primo passo consiste nell'identificare le nidiate di grandi dimensioni e i suinetti più vulnerabili. Se possibile, i suinetti che stanno per essere trasferiti ad un'altra scrofa dovrebbero succhiare del colostro dalla loro madre. È importante contrassegnare i suinetti e conservare i registri. Un errore comune del cross-fostering è esagerare.
Una chiave per il successo è avere una chiara politica di cross-fostering e assicurarsi che tutto il personale sia tenuto al corrente. Il pareggiamento delle nidiate riduce la mortalità dei suinetti e migliora la crescita nelle cucciolate eterogenee.
In ogni caso, si dovrebbe fare ogni tentativo affinché i suinetti assumano il colostro dalla loro madre.
L' allattamento separato
I suinetti più forti hanno un chiaro vantaggio a scapito di quelli piccoli della nidiata. L'allattamento separato consiste nel dividere la nidiata in due gruppi, uno con i suinetti più pesanti e l'altro con i piccoli. Un gruppo è tenuto nella zona di scorrimento, mentre all'altro è consentito l'accesso alla scrofa.
Una volta che i suinetti più deboli hanno avuto la loro parte, vengono spostati nella zona di scorrimento, dove c'è anche una fonte di calore che impedisce il raffreddamento.
Ci sono diversi schemi, ma uno dei più riusciti è dare ai piu’ piccoli 90 minuti con la madre e 60 minuti al gruppo più forte.
Alimentazione manuale e allenamento al capezzolo
I suinetti meno vitali semplicemente non si nutrono da soli, anche se eliminiamo la concorrenza attraverso la separazione del gruppo dei lattanti e con il pareggiamento delle nidiate. In questi casi, potrebbe essere necessario mungere la scrofa e nutrire il suinetto con una siringa.
È giusto chiedersi se sia economicamente sostenibile. Negli allevamenti commerciali, la mungitura delle scrofe e l'attenzione prestata a pochi suinetti non è di solito conveniente. Tuttavia, le aziende più piccole possono tentare. Muns et al. (2015) non hanno trovato alcun miglioramento della mortalità attraverso la supplementazione del colostro nei suinetti di peso ridotto. Tuttavia, c'era un effetto positivo nell'aumento di peso iniziale negli “scartini” dalle madri primipare una volta dato un supplemento ad alta energia. Esiste una possibilità nell’integrazione energetica nei suinetti di peso ridotto, poiché ciò può aumentare le probabilità che essi assumano il colostro da soli. Questo risultato è stato confermato da Declerck et al. (2016) che ha anche trovato una diminuzione della mortalità attraverso l'integrazione energetica.
È anche possibile integrare i suinetti a basso peso con il colostro di bovina, anche se ciò richiederebbe un parto molto recente.
Ottenere un extra di colostro è di per sé una sfida, quindi alcuni allevatori possono scegliere di mantenere il colostro di bovina congelato, che è più facile da ottenere. Il colostro di vacca può essere congelato e conservato per mesi.
In generale, le tecniche di alimentazione manuale non sono convenienti. L’allenamento al capezzolo, d'altra parte, è estremamente facile e finanziariamente non rischioso. Consiste nel guidare il maialino al capezzolo. Nella maggior parte dei casi, con un piccolo aiuto da parte nostra, i suinetti a bassa vitalità possono ottenere l'immunità passiva e avere una migliore possibilità di sopravvivere.
Chiavi del successo
Bisogna tenere presente che il pareggiamento della nidiata è una necessità dell'allevamento suino moderno che mira a minimizzare gli effetti negativi della prolificità della scrofa (grandi nidiate). Alexopoulos et al. (2018) hanno studiato quali fattori influenzano il successo del pareggiamento delle nidiate:
- Evitare il cross-fostering dei suinetti prima delle 12 ore; si dovrebbe provare a far assumere loro il colostro dalla loro madre.
- Il trasferimento di immunità passiva è più efficace nelle prime 6 ore, quindi l'allattamento separato deve essere fatto naturalmente in cucciolate eterogenee o di grandi dimensioni.
- Valutare la disponibilità dei capezzoli al parto.
- Dopo 24 ore, il cross-fostering dovrebbe essere ridotto al minimo
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Bibliografia
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