INDICE:
- La preselezione delle scrofette
- Zoppia e solidità strutturale
- Valutazione organi riproduttivi
- Covata e caratteristiche di crescita
- Allevamento a bande
- Biosicurezza
- Mangiatoia e abbeveratoi
- Previsione alimentare
- Temperatura in sala parto
- Operatori
Gestire correttamente le sale parto è di beneficio per ogni aspetto della produzione: dalla sopravvivenza dei suinetti all’interparto, dall’introduzione di patologie alla longevità della scrofa, ciò che accade in sala parto ha un impatto a lungo termine sull’allevamento. Tutte le sale parto dovrebbero avere una checklist per non lasciare nulla al caso.
Come prepararsi prima del parto? La checklist inizia presto. Selezione delle scrofe, copertura, biosicurezza e alimentazione influenzano e molto il parto. Sia che si preferisca il parto libero che in gabbia, si applicano gli stessi principi. È come il sistema viene gestito che ha impatto sul sistema stesso (Baxter et al., 2018). Con questo contributo si dà una rappresentazione generale di ciò che è coinvolto nel parto per far sì che ognuno possa costruire la propria checklist personale.
Ci si potrebbe chiedere “perché una checklist”? Nel libro “il Manifesto della Checklist”, Atawul Gawande (2011), un rinomato chirurgo, spiega come questo strumento permetta di evitare errori nelle attività complesse, dal far atterrare un aero a un intervento a cuore aperto. Dato che allevare suini diventa sempre più complesso e affronta le pressioni che arrivano dalla richiesta di migliorare il benessere animale alla produzione di animali antibiotic-free, c’è meno spazio per errori. L’uso di una checklist per i momenti cruciali del parto e della lattazione può aumentare la produzione semplicemente evitando errori, ma anche rivelando le aree di miglioramento.
Ogni checklist dipende dagli strumenti, dalle procedure e dal personale. È sempre utile identificare i punti nel modo più specifico possibile. Per esempio: “gabbie parto” non è sufficiente; “pulizia e disinfezione delle gabbie parto nella sala 3” è meglio. Qui troverete i differenti aspetti coinvolti nella gestione dell’area parto e alcuni consigli e elementi da includere nella checklist personale.
La preselezione delle scrofette
- Stabilire il numero di scrofe da riformare e identificarle.
- Allo svezzamento, selezionare 2-3 suinetti femmina da ognuna di queste.
- Non si devono selezionare suinetti con alto peso alla nascita (hanno una crescita più lenta)
- Selezionare le scrofette svezzate fino al giorno 25 o con un peso di almeno 7,5 kg allo svezzamento
Alcuni produttori evitano la preselezione e scelgono le scrofette tra il giorno 150 e 180: questo può provocare ritardi ed essere di ostacolo per la presentazione al verro per anticipare la comparsa del primo calore. Se viene fatta una preselezione, la selezione finale segue al giorno 140 basandosi sui seguenti criteri:
Zoppia e solidità strutturale
Il 22,5% delle scrofe sono riformate per zoppia, quindi la valutazione della loro struttura corporea può aumentare la longevità e le performance riproduttive.
- Valutare gli arti (anormalità comuni includono, problemi alle ginocchia, pastorali dritti o deboli, deviazioni angolari).
- Unghie di buona qualità (evitare le malformazioni).
- Avere una persona di esperienza per queste valutazioni.
Valutazione organi riproduttivi
- Selezionare scrofette con minimo 12 e (ottimale) almeno 16 mammelle.
- Selezionare scrofette con mammelle distanziate e in linea.
- Scartare scrofette con mammelle piccole o danneggiate.
- Selezionare scrofette con una conformazione adeguata della vulva.
Covata e caratteristiche di crescita
La tendenza è semplicemente di scegliere scrofette con la covata più numerosa. I caratteri riproduttivi hanno però una bassa ereditabilità, così presentiamo un sistema alternativo basato sulla longevità della scrofa.
- Selezionare le scrofette da scrofe di 3° - 4° parto.
- Selezionare le scrofette da covate poco numerose (potrebbe sembrare un controsenso ma, crescere in una covata poco numerosa indica un migliore sviluppo intrauterino e quindi una maggiore longevità).
- Selezionare le scrofette da covate con almeno i 2/3 di femmine (le scrofette da covate con più maschi hanno meno mammelle e performance riproduttive inferiori).
- Selezionare scrofette con buon appetito, non le più rapide a crescere (tendono ad accumulare grasso, che impatta negativamente le performance riproduttive).
Allevamento a bande
L’allevamento a bande (sviluppato negli anni 60 dai piccoli allevatori) sta tornando nella produzione suina. Quando i suinetti nascono in bande anche il resto può essere gestito nello stesso modo: svezzamento, accrescimento, e finissaggio. Ciò ha un vantaggio, per esempio, nelle aziende medio-piccole che possono vendere gruppi di suini più numerosi, riducendo i costi di trasporto; in realtà il vantaggio è che attraverso la gestione a bande, le aziende medio-piccole possono implementare il tutto pieno/tutto vuoto, impossibile con un flusso continuo.
Alcuni, sbagliando, ritengono che i parti in banda abbiano lo scopo di migliorare le performance riproduttive. L’allevamento a bande richiede una accurata gestione delle coperture e delle sale parto. Dalla prospettiva della sala parto stessa i parti in banda implicano molto lavoro che verrà, però, ripagato dopo. A causa di questo il parto in banda ha diverse insidie:
- Non abbastanza scrofette/scrofe in ciclo o coperte, portando a posti vuoti.
- Non abbastanza manodopera nei momenti di maggiore lavoro (svezzamento, coperture, parti).
- Colli di bottiglia nel processo (settore svezzamento che non può accogliere tutti i suinetti).
La gestione a bande richiede personale motivato e un investimento iniziale. Una volta che il flusso del lavoro è stato consolidato azienda e personale possono beneficiare molto da questo sistema. Per l’azienda, il lavoro in bande significa meno malattie e maggiore produttività con minori costi. Per gli operatori uun lavoro più vario e programmabile. Abbiamo raccolto alcuni spunti da Bown (2006) che potrebbero essere applicati nella checklist iniziale:
- Le date di parto coincidenti con le settimane di svezzamento.
- Sincronizzare scrofette/scrofe e/o esporle al verro in modo adeguato.
- Scartare le scrofe dopo che le scrofette di rimonta siano state diagnosticate gravide.
- Posti parto aggiuntivi in caso di necessità.
- Prostaglandine a disposizione in caso ci sia la necessità di intervenire su alcuni animali
- Avere un calendario – pig flow
- Avere le coperture ad inizio settimana (per ridurre i parti nel weekend)
- Scorte di seme artificiale e di kit di fecondazione.
- Settori svezzamento, accrescimento e ingrasso adeguati (si raccomanda un 10% di posti in più in caso di sovrapproduzione).
- Area di copertura adeguata.
Biosicurezza
Lo scopo della biosicurezza è diminuire la trasmissione delle malattie bloccando i patogeni. Ogni azienda ha delle priorità che dipendono dalla loro situazione, numero di suini, patologie e ambiente. Per esempio, un sito 1 ha priorità diverse da un ingrasso. Un ciclo chiuso avrà molte cose in più da considerare. Come primo passo il Veterinario valuterà la lista dei principali patogeni. Capire la trasmissione delle malattie permetterà all’allevatore di decidere dove focalizzare gli sforzi.
Ci sono alcuni principi di biosicurezza che vanno definiti. La biosicurezza esterna è la prevenzione dell’ingresso dei patogeni in azienda, mentre la biosicurezza interna ha lo scopo di prevenire la circolazione dei patogeni all’interno dell’azienda. Ogni zona in contatto diretto coi suini dovrebbe essere considerata “pulita”, ogni altra “sporca”. Nessuno e niente dovrebbe passare da una zona “sporca” a una “pulita” senza una disinfezione adeguata. Anche per questo ogni azienda dovrebbe stabilire i propri protocolli.
Ci sono alcuni punti specifici per le sale parto. Le fonti principali di malattia sono gli animali di rimonta e il seme. Ci sono 3 possibilità per evitare di introdurre malattie dall’esterno:
- Rimonta da un produttore certificato esente
- Implementare la quarantena. Idealmente il sito dovrebbe essere almeno a 1 km dall’allevamento con una durata che dipende dal periodo di incubazione della patologia, con personale e logistiche diverse.
- Aumento della quota di rimonta dall’interno dell’azienda e longevità del parco scrofe (riduzione della necessità di rimonta esterna).
Alarcon et al. (2021) hanno anche osservato che si dovrebbe distinguere tra acclimatamento e quarantena. Questa è intesa per mantenere la patologia fuori dall’azienda limitandone le possibilità di contatto. Acclimatare la rimonta ai patogeni circolanti in azienda è altrettanto importante e per questo serve un contatto stretto. I due periodi non dovrebbero essere misti. E un tutto pieno/tutto vuoto stretto è necessario.
Anche il seme è una fonte di malattia. Per questo l’allevamento dovrebbe tendere ad avere un singolo fornitore certificato.
Per mantenere la biosicurezza interna in sala parto, la regola più importante è evitare di mescolare gruppi ed età. A questo fine, le bande possono essere molto utili; anche perché il tutto pieno/tutto vuoto permette pulizia e disinfezione complete delle sale parto prima del gruppo successivo.
La disinfezione è in generale un processo in 4 fasi
- Rimozione di tutto il materiale organico con una lancia a vapore.
- Pulizia con acqua saponata e risciacquo.
- Disinfezione.
- Asciugatura.
Il personale può essere un vettore di patologie. Per questo, oltre a proibire i movimenti dalla zona sporca a quella pulita senza disinfezione, altro punto utile è impedire il movimento di materiale o attrezzature controflusso. Per esempio, un operatore che è appena stato in svezzamento non dovrebbe andare in sala parto, anche se si muove tra le aree pulite. Questo è ovviamente un problema per gli operatori, per il quale è necessario prevedere uno specifico training e strumenti adeguati per muoversi nell’allevamento (docce, abiti dedicati, etc.).
Gli stessi animali possono portare malattie da un’area all’altra. Per questo i soggetti non dovrebbero essere spostati dal gruppo né si dovrebbero mescolare le età. Altro aspetto è che prima dell’ingresso in sala parto le scrofe dovrebbero essere lavate.
La lettiera è un’altra fonte di patologia, se non gestita. Gli allevatori devono bilanciare il comfort degli animali con la facilità di pulizia. Per esempio: la paglia in quantità è confortevole ma difficile da pulire. I grigliati sono molto facili da pulire ma scomodi.
C’è poi un paradosso nella biosicurezza: se tutto va bene, non succede nulla! Questo può dare una falsa sicurezza e far osservare meno le regole. È molto utile rendere visibili le cose e delimitarle, se possibile con cancelli o porte o linee colorate sul pavimento. Se ogni colore designa un’area a questa possono essere associati abiti e calzature specifiche dello stesso colore.
Ogni azienda suinicola dovrebbe avere un a valutazione iniziale di biosicurezza, con un punteggio come risultato (Alarcon et al., 2021). Questo combinato con la propria lista di patogeni, questo permetterà di fare e sviluppare la checklist della biosicurezza per la sala parto. Qui mettiamo solo alcuni esempi, ricordandovi che in biosicurezza non ci sono soluzioni prestabilite e che ognuno dovrà valutare la propria lista:
- Identificare aree pulite e sporche
- Avere barriere tra aree pulite e sporche
- Elaborare la lista delle patologie prioritarie (determinante per la biosicurezza)
- Condividere il protocollo con tutto il personale
- Valutare i rischi interni e esterni
- Fare una valutazione della biosicurezza con un punteggio (es.: Biocheck.UGent™)
- Gestire sapone, spazzole e disinfettanti per mani e calzature per evitare mancanze
- Avere abiti dedicati
Mangiatoia e abbeveratoi
Preparare il posto parto è un processo semplice se fatto in modo metodico e regolare. Ci sono molti modelli di posto parto. Sono 3 i punti critici che devono essere evidenziati: la mangiatoia, l’abbeveratoio e la fonte di calore (che vedremo dopo a parte).
Le attuali aziende hanno sistemi automatizzati per alimentazione e abbeverata. Prima del parto i residui di cibo e di acqua dovrebbero essere rimossi. I succhiotti possono intasarsi o congelare in inverno. Massima attenzione alla mancanza di cibo che porterebbe la scrofa a distruggere le proprie riserve energetiche.
Questi i punti che dovrebbero essere in checklist:
- Controllo e riparazione degli alimentatori automatici.
- Controllo e riparazione delle mangiatoie per evitare spigoli acuti.
- Controllo e riparazione dei succhiotti.
- Controllo e riparazione delle tubature.
- Pulizia e disinfezione dei posti parto.
- Pulizia e disinfezione di mangiatoie e sistema di alimentazione.
- Check della pavimentazione e riparazione o cambio.
- Pulizia e disinfezione di pavimenti e eliminazione di residui di liquami.
I posti parto sono utili perché efficienti per prevenire la mortalità da schiacciamento, anche se sollevano domande sul benessere animale.
Previsione alimentare
Le richieste alimentari della scrofa al parto sono cambiate molto negli ultimi decenni, soprattutto per la selezione di animali magri a crescita rapida. Le scrofe sono più prolifiche e i suinetti hanno esigenze metaboliche maggiori. Si crede che la selezione genetica abbia calato l’appetito delle scrofe (Baxter et al., 2018). Combinati, questi fattori possono portare al catabolismo (distruzione) delle risorse energetiche della scrofa stessa che compromette la sua produttività e longevità (Kim et al., 2013; Boyd at al., 2002). Per questo è necessario un mangime più energetico e concentrato, con un profilo proteico adeguato con ottima palatabilità e digeribilità.
La gestione alimentare dei riproduttori inizia ben prima del parto. Lo sviluppo della scrofetta è fondamentale per mantenere la produttività annuale. In ogni caso, l’eccesso di cibo può ridurne la longevità e far nascere molti altri problemi (osteocondrite). Quindi la valutazione dello score corporeo e il razionamento sono strategie comuni per la scrofetta, e durante la gravidanza. Sarebbe opportuno mantenere le scrofe e le scrofette a uno score corporeo tra 2.5 e 3 (in un sistema a 5 punti).
Alcuni ricercatori, come Boyd (2002) sostengono la suddivisione degli ordini di parto. Ciò perché le scrofette hanno necessità nutrizionali diverse dalle scrofe. In pratica questo è difficile da fare. Gli allevatori dovrebbero cercare di far arrivare le scrofe a fine lattazione con uno score di 2.5-3. Questo aumenta la loro longevità e riduce il periodo interparto. A causa delle richieste metaboliche della scrofetta/scrofa in gestazione e lattazione, anche gli antiossidanti dovrebbero essere inseriti nelle formule alimentari per contrastare lo stress ossidativo.
Altra pratica comune è aumentare il contenuto di fibre alimentare nell’ultima fase di gestazione per evitare la costipazione. Ma una volta assicurato l’inizio della lattazione il contenuto energetico dell’alimento dovrebbe essere adeguato alle necessità.
Gestire le scrofe lattanti dà due problemi. Primo, le scrofe/scrofette che mangiano poco hanno una vita produttiva più corta. Secondo, dare cibo in più significa sprecarlo. Alcuni sistemi permettono alle scrofe di attivare l’alimentatore e richiedere il cibo, questo stimola l’ingestione, evita gli sprechi, aumenta il movimento ed evita le ulcere. Oggi ci sono sistemi alimentari di precisione che erogano una razione equilibrata e raccolgono dati per evidenziare immediatamente cali di ingestione. Questa tecnologia può non essere disponibile per tutti gli allevatori o adatta a tutti i sistemi. Quindi il lavoro in sala parto deve prevedere il controllo di sprechi, la registrazione dei pasti consumati e l’aumento di pasti per stimolare ingestione e abbeverata. Dare pasti troppo abbondanti può portare a perdita di appetito, quindi meglio scegliere razioni più piccole, più spesso.
Le fasi alimentari sono un aspetto importante dell’alimentazione in sala parto. Quando sono spostate in sala parto le scrofe possono mangiare lo stesso alimento della gestazione. Subito prima del parto c’è una flessione del consumo che aumenta gradualmente nei 5-7 giorni successivi. Qualunque sia il sistema di alimentazione utilizzato dovrebbe essere in grado di rispondere a queste richieste. La tecnologia, anche se di grande aiuto, non sostituisce le competenze dei tecnici. Lo score corporeo è ancora uno degli strumenti migliori per evidenziare i problemi.
Una lista degli aspetti più importanti per la nutrizione che dovrebbero essere in checklist:
- Scrofette/scrofe con uno score corporeo di 2.5-3 in gestazione.
- Score corporeo di scrofette/scrofe quando sono spostate in sala parto.
- Dieta dedicata per ogni fase della gestazione.
- Dieta di lattazione.
- Registrare l’assunzione di alimento in lattazione.
- Score corporeo durante la lattazione.
- Trovare le scrofe con problemi alimentari (analisi registrazioni o report del personale)
- Scrofette/scrofe allo svezzamento con score corporeo tra 2.5 e 3.
Temperatura in sala parto
Gestire la temperatura della sala parto può aumentare drasticamente la sopravvivenza dei suinetti. Come altri aspetti dell’allevamento il controllo della temperatura è un bilanciamento di fattori. Le scrofe si trovano bene a temperature tra i 15 e i 20 gradi, mentre per i suinetti è necessaria una temperatura di 35. Aumentare la temperatura sopra i 25 gradi può dare stress da caldo, con calo dell’ingestione e della produzione di latte (Vande Pol et al. 2021).
È comune tra gli allevatori prevedere una zona riscaldata o nido. I suinetti nelle prime ore di vita non ne traggono in realtà beneficio, proprio quando sono più vulnerabili. Questo è dovuto alla necessità di ingerire il colostro. Per evitare l’ipotermia, la temperatura della sala parto è di solito a 22 gradi nelle ore intorno al parto. Il giorno dopo è abbassata a 20 e successivamente si porta a 18-20 gradi. Importante è asciugare i suinetti subito dopo la nascita.
Dopo il primo giorno, i suinetti sono più vitali e si muovono meglio anche verso il nido. Asciugarli dopo il parto li aiuta perché riduce la dispersione del calore. Vande Pol at al. (2021) hanno dimostrato che questo può prevenire l’ipotermia. Il nido è di norma un’area della gabbia con una fonte di calore dove i suinetti sono messi per 15-30 minuti. Questo è un ulteriore vantaggio per i piccoli: possono assumere il colostro senza il problema dei suinetti più pesanti.
Le regioni calde (anche i paesi con un’estate calda) hanno i loro problemi. Mantenere la temperatura delle sale sotto i 25 gradi è dispendioso e i sistemi di ventilazione possono favorire la perdita di calore tra i suinetti. I flussi d’aria dovrebbero per questo essere abbassati al parto.
Per mantenere una corretta temperatura in sala parto questi sono gli elementi da inserire in checklist:
- Controllare lampade e tappetini riscaldati, ripararli o cambiarli.
- Controllare la temperatura della sala parto: 22 gradi prima del parto.
- Controllare la temperatura della sala parto: 22 gradi al giorno 1.
- Controllare la temperatura della sala parto: 18-20 gradi il giorno 2.
- Registrare le temperature delle sale.
Operatori
L’ ingrediente finale: l’elemento umano. La produzione suinicola è molto tecnologica ma molte cose devono essere fatte dalle persone. In sala parto il personale dovrebbe essere addestrato per ricerca calori, inseminazione artificiale, gestione dei verri, gestione di scrofette e scrofe identificare i segni precoci del parto, fare baliaggi, assistenza al parto e controllare le condizioni corporee dei riproduttori.
Allevatori e veterinari, per i quali gestire i suini è già la normalità, spesso trascurano il pericolo rappresentato dalle scrofe. Spostarle dalla gestazione alle sale parto è un lavoro da fare con cura e attenzione. Le scrofe possono diventare aggressive se si maneggiano i suinetti, quindi, soprattutto in caso di animali liberi tutte le tecniche di contenimento dovrebbero essere note.
Un aspetto importante per gli operatori è la capacità di identificare i segni precoci del parto; il rapido sviluppo della ghiandola mammaria e la tendenza a fare il nido da parte della scrofa. Solo l’esperienza può aiutare nell’osservazione di questi segni.
Lo sviluppo della ghiandola mammaria e il comportamento della scrofa sono segni di un rapido avvicinamento del parto.
Al parto, gli operatori formati saranno in grado di assistere la scrofa e di effettuare tecniche di base in caso di parto distocico. Per la stessa ragione, il personale dovrebbe saper maneggiare siringhe, flaconi, fare iniezioni (nel rispetto delle legislazioni nazionali), incluso saper smaltire correttamente i rifiuti in accordo con il protocollo di biosicurezza dell’azienda.
Una volta che i suinetti sono nati, è necessario maneggiarli con cura, asciugarli e assicurarsi che si colostrino correttamente. Seguendo le disposizioni aziendali, il passo successivo è il pareggiamento delle covate e il baliaggio. Il personale addetto sviluppa la propria esperienza con la pratica e deve essere motivato. Alcune cose possono essere obiettivo di corsi ma altre si sviluppano nel tempo.
Per la checklist aziendale ecco alcuni spunti:
- Il personale nuovo è supervisionato da un tecnico esperto.
- Il personale deve essere in grado di mantenere la biosicurezza.
- Il personale deve imparare a fare iniezioni, smaltire i rifiuti medici (leggi nazionali).
- Il personale deve saper assistere il parto.
- Il personale deve conoscere le tecniche di baliaggio applicate in azienda.
- Il personale deve saper contenere gli animali.
- Il personale deve saper eseguire l’inseminazione artificiale.
- Kit di pronto soccorso in azienda.
- Responsabili del primo soccorso.
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